giovedì 28 agosto 2008

Incomprensioni

Premessa: un giorno, quando negli uffici dell’Università si saranno decisi a capire qualcosa, inizierò un tirocinio presso la Santander Consumer Bank. Questo tirocinio dovrebbe essere cofinanziato dallo Stato tramite l’Università di Pisa (da ora unipi) meglio, tramite l’ufficio che gestisce il nuovo, grande, imponente, progetto fixo per i neolaureati! Per aderire al progetto è necessario che vi si iscrivano le aziende e i neolaureati affinché questi ultimi percepiscano (ben!) 200 euro in più al mese. Io e la Santander abbiamo fatto quello che ci hanno chiesto e lo abbiamo spiegato ai vari uffici dell’unipi (il fixo e quello dei tirocini) ma nei predetti uffici nessuno ci ha ancora capito un cazzo (lungo come quello di un negro, mica una fava stiappona dunque) di niente e quindi continuano a chiamare e dare informazioni diverse (e del cazzo).

I fatti:

Ieri (27 agosto) alle ore 12.30 circa mi chiamano dal mongolotrofUFFICO fixo dell’Università di Pisa per chiedermi (a me!) se so a che punto è la convenzione della mia azienda. Nel senso: da questo nuovo (potente) ufficio vogliono sapere se IO, un futuro povero stagista, è a conoscenza di quello che fanno nella sua futura azienda per convenzionarsi con l’università, ovvero con il LORO ufficio, per aderire al LORO progetto. Già il primo pensiero è: ma non dovreste saperlo voi? Il secondo è:ma andate a cagare! Beh non lo dico e, senza scoraggiarmi, affermo che, a quanto sapevo io, dal Santander avevano fatto tutto quanto chiesto ben prima del 15 agosto e che, poi, non sapevo altro. Loro (senza scoraggiarsi) mi chiedono se dal Santander avevano fatto la convenzione con il fixo o con l’università. Io rispondo nuovamente che non ne ho idea! A questo punto, visto che loro non brillano per intelligenza, dico che chiamo io (a mie spese chiaramente) la mia banca (a Torino!) e chiedo. Aspetto le due del pomeriggio e telefono alle R.U. del Santander. A loro spiego, in breve, quello che è successo e la (gentilissima) signorina mi dice, giustamente, che parlerà lei con quelli dell’unipi per sentire che (cazzo, anche se lei non l’ha detto apertamente!) vogliono ancora. Io rimango dunque, serenamente, in attesa che qualcuno mi mandi il progetto formativo dello stage da fare firmare a un tutor universitario.

Oggi (28 agosto) mi chiamano dall’ ufficio incompetenti al massimo livello tirocini dell’unipi per sapere se la mia azienda si è convenzionata con la mia facoltà o con l’università (la stessa domanda di ieri). Io (piccato!!) rispondo: “ma non dovreste saperlo voi? Ieri ho chiamato il Santander e mi hanno risposto che parlavano, LORO, direttamente con voi.” Lui (colto sul vivo) mi risponde che potevo anche chiederlo e che dal Santander li avevano chiamati questa mattina. Io sempre più incazzato chiedo perché non lo hanno chiesto direttamente a loro visto che si sono sentiti per telefono circa un’ora prima. Nessuna risposta solo un “poteva anche chiederlo”. Poi il supereroe mi dice che lo chiederà alla mia facoltà. Io rispondo che se chiama c’è il responsabile dei tirocini delle facoltà, con cui ho parlato lunedì. Allora lui: beh almeno a lui poteva averlo chiesto. E io (che non sapevo di doverlo chiedere) dico che non credevo dovessi farlo. Prevedendo l’obiezione consiglio di chiamare direttamente e anziché chiedere di farlo a me da Fivizzano (sempre amie spese). Lui mi dice che è ben 40 minuti che cerca di chiamare il responsabile della mia facoltà ma che non trovava nessuno. Io rispondo che non ne ho idea visto che ero a Fivizzano (casomai non lo avessi detto) ma che lunedì il responsabile era appena rientrato dalle ferie. Lui (piccato!) mi dice che invece a ECONOMIA non c’è nessuno (faccia di serpente!). (Silenzio dalla mia parte della cornetta, ancora silenzio …) “Guardi che io sono di Scienze Politiche” (Silenzio dall’altro capo del telefono! Il tipo capisce di essere un emerito CRETINO). “Ah beh - mi dice - allora chiamo là e chiudiamo questa faccenda. A risentirci!” e butta giù. Io, vagamente alterato, volevo alzare di nuovo la cornetta, chiamare, e lasciarmi andare a una serie di moccoli e insulti improponibili e irripetibili. Fatto quello buttare giù, andare a Pisa e pisciargli sulla scrivania!

Ma secondo voi non dovrebbero essere loro a sapere se la mia azienda si è o no convenzionata con loro? Che senso ha chiedermelo 2 volte dopo che io ho telefonato alla mia azienda e loro hanno telefonato all’unipi? È poi così difficile guardare il mio curriculum e vedere che sono di Scienze Politiche?

Credo che se fosse successo a qualcun altro beh mi sarei fatto una bella risata ma è successo a me e mi sono veramente incazzato!!

lunedì 25 agosto 2008

Super pompini!

Diario (in ritardo) di un viaggio a Berlino – 3

Incontri:
Girando per le strade di Berlino si possono fare strani incontri, come testimoniano le foto (precedute da brevi ma significative didascalie):
1-
L’orsetto Knutt in versione comunista (tanto amato dai lettori di Don Zauker)

2-Un padre che, con tanto amore, insegna al figlio la posizione della pecorina (garantendogli, niente meno che, un futuro da checca con il culo rotto!)

3- Uno dei leggendari PENI di MARMO che fanno felici le turiste di tutto il mondo

considerazioni

Nella mia piccola cittadina razzista, come più volte ripetuto, non arriva l'adsl quindi ho aggiornato poco volentieri il blog ma oggi finalmente posso scroccare un po' di adsl e allora via... se ne approfitta con una valanga di post preparati ma non pubblicati!

lunedì 18 agosto 2008

DISDICEVOLE, rubrica di cose fastidiose

Notizia Ansa

Silvio Berlusconi annunciando l’invio di un contingente di pace in Georgia ha affermato: “non credo sarà necessario inviare un intero corpo di spedizione, basterà la Carfagna. In quanto a corpo non la batte nessuno, quindi lei basterà!”

Il ministro, felice della bella notizia, ha affermato: “il mio motto sarà: fate l’amore (con me, tanto ho spazio), non fate la guerra!”

venerdì 15 agosto 2008

Diario (in ritardo) di un viaggio a Berlino – 2

Berlino (o La California). Berlino è una bella città, accogliente, pulita e moderna. Si presenta inoltre come una megalopoli in cui, a fianco di grandi centri commerciali e palazzi supermoderni si possono incontrare bellezze di un raro splendore artistico e testimonianze, ottimamente conservate, del passato. Le persone, infine, sono gentili, parlano benissimo inglese, ti aiutano sempre. Certo bisogna superare il primo impatto: quella linguaccia che parlano (leggi il tedesco) è un po’ dura e quindi le prime parole che dicono ti spaventano, sembra che tutti ti vogliano mandare in culo, ma passato il primo momento si capisce che i berlinesi sono davvero brave persone.

C’è un’altra cosa che mi è piaciuta: la capitale della crucconia è una città ancora parzialmente in costruzione, quindi tra un paio di anni sarà diversa da quella che ho visto io ed è bello pensare che tra qualche anno, se ne avrò l’occasione, potrò tornare nel solito posto e vedere cose nuove. È una bella sensazione.

mercoledì 13 agosto 2008

Diario (in ritardo) di un viaggio a Berlino – 1

Berlino(o Poggibonsi).

Questo è il primo giorno di una stupenda vacanza a Berlino.
Sono assieme alla mia MOROSA, lei che si definisce anticonvenzionale nel viaggiare, cioè lei non dice sempre che è come tutti gli italiani che si fiondano all’estero e non mangiano altro che pasta e/o pizza e poi, appena tornati a casa, si lamentano che fuori dell’Italia si mangia male. Bene, la viaggiatrice per eccellenza non riesce a fare a meno, alle ore 12.30, di notare una (bella) pizzeria al taglio nel centro di Berlino e, dopo lunga e tormentata crisi di coscienza, cadere in tentazione, lanciarsi dentro il negozio e prendere un bel pezzo di pizza ben guarnita con tutto il possibile (in verdura)! Fortuna che la pizza era buona!

La morale di questa storia è: l’italianità raggiunge tutti, anche i più insospettabili, anche a Berlino!

martedì 5 agosto 2008

Libri

A chi incautamente si avvicinasse a questo blog, per un chiaro e indesiderato errore, ho deciso di consigliare dei libri da leggere. Non mi spingerò a fare azzardate recensioni o commenti critici sulla trama (solo nel caso in cui ne incontrassi uno che fa veramente cagare...sono veramente una merda!)
Per primo mi sento di consigliare il libro che sto leggendo, anche se non necessita certo della mia pubblicità:
"LA CASTA", di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella. Costa 18 euro nuovo, si legge bene, in fretta e parla di come i nostri parlamentari sistemino i propri clienti e se stessi grazie a benefit di vario genere, stipendi, ecc, tutti chiaramente autoconcessi per legge; é scritto in modo chiaro e perfino ironico. Io sono a metà della lettura ma si capisce fin dalle prime righe il motivo per cui è uno dei libri più venduti dell'anno.
Buona lettura!

lunedì 4 agosto 2008

Sono le 20.18 del 3 agosto 2008. Per errore ho guardato il tg5 alla sera e… fa veramente sschifo! Raccontano solo di poveri casi umani, ora di una ragazzina portata via ai genitori (cioè padre morto,madre sospettata del suo omicio), prima di uno rinchiuso in vari manicomi criminali per 30 anni per un calcio a un agente, con annessa testimonianza di madre disperata in lacrime! Ora, a me dispiace molto per il dolore e i problemi di queste famiglie (ma saranno poi veri?) ma qualcosa di più interessante da raccontare? O almeno qualcosa di interesse generale? Queste sono cose che si raccontano in un piccolo paese, quando la gente non ha un cazzo da fare e si racconta le proprie disgrazie suscitando ora compassione ora ostilità nell’interlocutore. Insomma non sono cose da far sentire su tutto il territorio nazionale o almeno credo.

No perché

Il tg2 fa cagare tanto che è sintetico e non dice un cazzo

Studio Aperto e il tg4 ... ho già detto tutto

Il tg1 io non lo vedo (in camera mia non funziona)

L’unica cosa di decente è il tg di la 7 e, fino a poco tempo fa, credevo il tg5 fosse (fin) vedibile (mi sbaglio come tutti del resto).

Fatto questo rapido escursus cosa rimane? Leggere un libro.

sabato 2 agosto 2008

Work in progress

Dopo giorni di assenza dalla rete posso felicemente dire di avere un lavoro! Insomma sono tornato per bullarmi e fare lo spaccone... sul serio, invece mi sento felice dentro (a dispetto del nome del blog!)!

Per scritti di maggiore importanza provvederò nei prossimi giorni… spero perché dalla mia piccola cittadina razzista non arriva l’adsl e bisogna adattarsi al 56k ovvero il dinosauro che fa andare la linea del telefono. Sono scelte dovute all’alto numero di possibili utenze, ironicamente parlando. Questo ci porta a fare 2 ragionamenti:

1. Le seppur discutibili scelte di tutte le compagnie telefoniche, telecom in primis che lasciano intere zone senza un servizio ad oggi fondamentale perché non economicamente vantaggioso

2. La preparazione culturale delle persone che abitano il mio comune di fronte alle sfide del nuovo millennio: abitanti saremmo anche tanti ma quelli che sanno usare il computer saranno si e no il 2%... quelli che usano internet ancora meno … tipo flinstones per capirici!