martedì 9 dicembre 2008

Udite Udite gente

Ci sono giorni strani, quando la più piccola cosa ti fa sorridere e ti fa contento.

Come ogni giorno io e il mio capo ci troviamo soli a fare due chiacchiere mentre fumiamo. Da qualche tempo (lunedì scorso) il mio capo mi fa sempre un sacco di complimenti per come sto affrontando la situazione critica dei tagli al personale.

In questo periodo di dura crisi economica con aziende che chiudono o tagliano il personale tutti sono a rischio. Lunedì scorso, ad esempio, è arrivata la notizia che ricollocano (tagliano) il personale. Una mia collega è a rischio ricollocamento e, soprattutto, come mi ha detto il mio capo, la mia la testa è quella che rischia più delle altre. Anche oggi ci siamo messi fuori a parlare di tagli e di rischi ricollocamento, di voci di corridoio. Alla fine mi ha detto “mi piace come stai affrontando la tua situazione, con molta maturità, carico e sorridente”. Mi sarebbe piaciuto che la mia mamma e il mio babbo fossero stati lì ad ascoltarlo (non c’è mai un registratore quando serve!). Poi, dopo, ho pensato meglio, “capo non sono maturo, sono incosciente, anzi non me ne frega un cazzo!”. È facile fare il furbo e ridere quando a te ti frega del tuo futuro meno che dell’unghia incarnita di un cinghiale che passa a venti km da te, visto che a me non importa né dove andrò né quando ci arriverò. Son buoni tutti a fare i furbi al mio posto (ovvero son tutti froci col culo degli altri). Io non ho legami, mutui o figli e il lavoro mi fa schifo. Sarebbe più facile dire che sono maturo, in realtà non capisco un cazzo.

Cavolo, quelle poche volte che mi fanno i complimenti sono immeritati … mondaccio cane (senza offesa per il cane)!

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